La sanità
- serena balestra
- 13 nov
- Tempo di lettura: 1 min
La sanità italiana, pur essendo tra le migliori al mondo per competenze e accesso universale, mostra da anni crepe sempre più profonde. Il primo grande problema è la carenza di personale: medici e infermieri sono pochi, mal distribuiti e spesso costretti a turni massacranti. Questo porta a lunghe attese, reparti in difficoltà e un crescente rischio di errori.

Altro nodo critico è la disuguaglianza territoriale: tra Nord e Sud c’è un divario enorme nei servizi, nelle strutture e nelle tecnologie. Chi vive in alcune regioni è costretto a spostarsi per ottenere cure adeguate, con costi e disagi notevoli.
Infine, il peso della burocrazia e dei tagli alla spesa sanitaria ha rallentato l’innovazione, reso difficili le assunzioni e scoraggiato molti professionisti dal restare nel sistema pubblico.
La sanità italiana resta un patrimonio da difendere, ma servono investimenti reali, più valorizzazione del personale e una gestione moderna, centrata sulle persone e non solo sui bilanci.
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